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venerdì 11 maggio 2012

Gli "enigmi" di De Chirico


Non avendo una tendenza esibizionista (al massimo riesco a congratularmi con me stessa per gli abbinamenti azzeccati dei capi acquistati appena uscita dai negozi),il difetto che più mi irrita in certe persone è sempre solo quello:l'ostentazione dei propri interessi .Non perchè lo trovo ipocrita,anzi alcuni credono davvero che decantare le proprie lodi gliele faccia acquisire sul serio,ma è lo stare al centro dell'attenzione di queste persone che toglie tempo a cose più stimolanti e interessanti,piuttosto che cercare un pretesto per un confronto o dibattito che lasci in sè il tempo che trova.Questa è un era in cui si fa tutto di fretta,si corre per fare la spesa,dare gli auguri di natale,pagare le bollette,fare le file in banca,insomma,tutto si riduce a un "...poi domani ci organizziamo".
Non vedo perchè uno debba perdere tempo a fingere interesse per l'egocentrismo di un'altro,specie se non ha tempo per il proprio e per tutto il resto che magari meriterebbe più attenzione.
Detto questo,posso dedicarmi all'analisi di un quadro che merita solo silenzio interiore,un quadro di un artista a me caro per aver cambiato il modo in cui guardavo al passato,lui è il grande Giorgio De Chirico.Potete ammirare i suoi quadri un pò ovunque nel mondo tra NY,Philadelfia,Stoccolma,Ginevra ma soprattutto a casa nostra con Venezia,Milano e Roma (GNAM) al quale è dedicata un'intera sala (38).
De Chirico ha una base filosofica su cui lavora in pittura e cioè Shopenhauer "Per avere delle idee straordinarie e forse immortali,non si deve fare altro che isolarsi dal mondo e dalle cose per pochi momenti in modo così assoluto che gli oggetti e gli avvenimenti più comuni ci sembrino essere del tutto nuovi e ignoti,la quale cosa rivela la loro vera essenza"
In "Enigma di un pomeriggio d'autunno" si respira il concetto di Scopenhauer con l'influenza di Nietzsche (dato dalla vela che si intravede in secondo piano )e che simboleggia il navigare avventuroso della vita.Quando realizzò questo quadro De Chirico era appena uscito da un periodo di salute precaria per cui la sua ispirazione artistica era particolarmente sensibile e il risultato ne è la prova.La piazza del quadro è quella di S.Croce a Firenze e per l'artista tutto ha forma primordiale cambiando i contenuti temporali,così la chiesa medievale prende vita da un tempio greco,la statua di Dante si trasforma nella statuaria greca priva della testa.Tutto è sospeso nel tempo e l'ambiente appartiene ad un mondo sconosciuto che per De Chirico è incomprensibile e per questo lui stesso lo definisce "enigma".Ovviamente l'influenza di Blockin è forte per il simbolismo che adotta,ma qui c'è qualcosa di più,di estraneo e incomprensibile che sfugge allo stesso artista e che deve rimanere sospeso in quel mondo metafisico.Credo che in questo quadro ci sia un'essenza di strordinaria sospensione che mette i rapporto l'arte del passato con quella contemporanea,questo è un rapporto che l'artista continuerà a rappresentare nelle sue opere posteriori cercando linguaggi e anilisi sempre nuove,ma che non verrano mai spiegate: allo spettatore è lasciata la libertà di cogliere il proprio "enigma".
Tradotto per i nostri tempi:a volte,non dico sempre sarebbe meglio cercare i propri enigmi che sprecare troppe serate davanti a cocktail pieni di banalità ed egocentrismi altrui,non credete?  

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